TRATTE DA ERICA
In mezzo alla gazzarra notturna delle zanzare
che per me hanno la punta
aguzza di ferro, e il verso che scrosta
la ruggine dalle lamiere, da sveglia
sul letto io sento
le foglie che scendono dall'acero, piano
aggiustarsi sul prato.
Fuori dal finestrino tendo al vento
il mio foulard di seta,
come a un bagno leggero di sabbia del deserto.
Poi ci faccio i costumi per un clan intero
di tribù beduine,
i fondali e le quinte necessari alla scena
nel teatro del cruscotto.
I frassini senza foglie,
le verdure del minestrone surgelate
e l'uggia in cielo una galera senza via di fuga.
Ma dentro al tuo sorriso largo,
figlietto mio meraviglioso,
io vengo a raccogliere il granturco
e a prendere le vesti che le ancelle allegre
filano per noi con le porpore spartane.
Ho davvero la testa dell'animale -ma quale?-
So di amare il fianco della montagna
esposto sempre al vento,
i tanti rami dell'erica (ognuno m'è parte,
e ognuno va distante dall'altro).
Io, che bestia solitaria e inquieta
amo il cibo che non ho
e mangio Whiskas, nella ciotola del gatto.
O Me! O Life! Poiché non nel deserto mi perdo
ché posso inventarvi persino l'ombra
e fingermi il mare, figlia di Teti,
giocosa fanciulla accanto ad Achille;
ma l'oasi mi porta l'ombra vera, il disorientamento:
le strade danno tutte alle tombe.
O Me! O Life! O povero Achille!
Candido è nel mio cuore:
e questa è casa mia, davvero il migliore
dei possibili mondi. Ma dal giardino ho cacciato
le locuste che saltano, la furia dei geni
dal rovo, le lucertole che annunciano
la morte senza ritorno.
E per avere
a portata di mano il paradiso
ho fatto tanto posto
ai fiori giallo-pallidi del loto.
Arriva la maschera dell'inverno,
arriva la maschera del corvo
e si schiantano addosso al mio giardino.
Sotto bufere e inondazioni allaccio a terra
quanto posso, la betulla, il lauro, il faggio.
Oh maledetto
Mahamai, hama, hamamai; hi hama ma mai hama.
Maledetto! Spirito-Antropofago-del-Nord.
In questa mia vita
che come la montagna dell'Avesta
ha la cima attaccata alla nuvola più alta,
vorrei nutrirmi solo di pane e d'armonia;
ma si turba
l'anima di fanciulla
poiché vede nel cielo i due lupi
andare dietro al sole e alla luna
-per inghiottirli-.