INCIPIT
SINOSSI
La genesi
Lettera da una professoressa è nato dalla rilettura di Lettera a una professoressa, che per quanto abbia amato in anni lontani, mi è apparso profondamente ingiusto nei confronti di un insegnante di questi anni (ce ne sono tanti che alla scuola danno l’anima).
Ho voluto mettere in evidenza quanto i tempi siano cambiati, quanto la scuola oggi si preoccupi di quel Gianni che ai tempi di Barbiana…
Lo stile
Lo stile imita quello di Lettera a una professoressa (il corsivo ne riprende alcune frasi), ed è chiaro, lineare, pensato in funzione del quindicenne “protagonista”.
Il contenuto
Il ragazzo al quale mi rivolgo non è il protototipo dello studente italiano. Accanto a lui esistono ragazzi come “Marta”, ragazzi “bravi”; ma è a lui, che non sa esprimere in italiano un pensiero correttamente, che anzi non è neppure in grado di “pensarlo”, che mi rivolgo; e con lui, giorno dopo giorno, durante la quotidianità scolastica, svolgo il mio lavoro di educatrice, affinché diventi un cittadino preparato e responsabile.
Si parla quindi sia di gesti semplici, come il buttare una lattina nel proprio contenitore, sia di questioni più significative dal punto di vista storico-politico, come ad es. l’attentato a Moro.
La visione della scuola
L’idea di scuola che ne scaturisce è quella di una organizzazione che tiene a questo ragazzo, addirittura lo “ama”; ma l’organizzazione è rappresentata quasi esclusivamente dalla mia figura, cioè dalla professoressa tanto diversa da quella contestata dai ragazzi di Barbiana.
Il pubblico
E’ un testo diretto a tutti. Nel senso che tutti oggi sono impegnati a parlare di scuola, tutti hanno qualcosa da rimproverare agli insegnanti, tutti credono di conoscere ciò di cui parlano e si sentono autorizzati a emettere sentenze. Il testo mira a far conoscere il “vero” punto di vista dell’insegnante, a farlo comprendere un po’ meglio; a far apprezzare un po’ di più il suo lavoro quotidiano.
Osservazione
Quanti lo hanno letto vi hanno riscontrato coraggio e sensibilità verso una questione drammaticamente attuale, apprezzandone, in particolare, il carattere fermo e sincero con cui, a loro avviso, sono riuscita ad esprimere – attraverso il mio “vissuto” personale – la situazione difficile e ingrata che tanti anonimi professori stanno attraversando dal punto di vista esistenziale.